Struffoli napoletani della nonna

Struffoli napoletani della nonna

Struffoli napoletani della mia nonna.

Era uno dei pochi pensieri positivi che mi faceva prendere il coraggio a quattro mani e affrontare la Vigilia di Natale, in quegli anni.

Divisa a metà tra sentimenti contrastanti, alta un terzo di mio padre e l’ultimo quarto di una serie di cugini, tutti maschi tranne me. Ultima in tutti i sensi, il sesso debole, età insignificante, niente voce in capitolo, bersaglio facile di ironie goliardiche, ne porto ancora

 le cicatrici. Era l’evento che annualmente mi imponeva spettatrice di una supremazia di genere.  Avevo rinunciato a qualsiasi tentativo di emersione.

Flash ripetuti di quei 24 dicembre mi rincorrono ogni volta che ci penso: io e lui nel lettone il pomeriggio, prima di andare in quella casa a montare l’albero. Il bambinello di ceramica da mettere nella culla, mi sembrava bruttissimo. L’arrivo di tutti che via via sbiadiva la mia presenza, ammutoliva il mio ruolo già inutile. Un pensiero veloce, chissà come sarebbe se anche io avessi i loro cromosomi. L’attesa di lei, stanca e riluttante, che ci raggiungeva tirato giù il bandone di negozio, un isolato più avanti: somigliavo a tutti lì dentro, fisicamente, ma ero simile solo a chi mi aveva partorita.

Non mi piaceva niente della cena, un palato fiorentino che non si adeguava alle usanze “di giù” a malapena accontentato da qualche variazione scialba, “che vuoi che sia, per una sera…”

Poi arrivava lui: i miei cugini lo volevano a tutti i costi e io ci speravo dal giorno precedente. Una matrioska di mani cresciute a distanza di pochi anni una dall’altra si avventavano su quelle palline appiccicose, raschiavano il miele, si litigavano gli zuccherini colorati, eravamo vicini intorno a quel piatto, uniti dalla gola, euforici. Schiamazzi e spintoni, ma ce n’era per tutti. Erano loro, gli struffoli, e quel momento di condivisione, il mio pacco di Natale da scartare. 

Poi ci lavavamo le mani, si rientrava nei ranghi, sparivo rintanandomi in cucina, lavare e asciugare i piatti erano cose da donne…

STRUFFOLI NAPOLETANI DELLA NONNA

Preparazione: 40 minuti     Cottura: 10 minuti    Dosi: 6 persone

Per l’impasto:

  • 250 g di farina 00
  • 2 uova medie
  • 25 g di zucchero
  • 40 g di burro (o 30 di strutto)
  • 3 g di sale
  • scorza di mezza arancia e di mezzo limone
  • 1 cucchiaio di rum

Per la cottura:

  • 350 g olio di semi

Per guarnire:

  • 180 -200 g di miele millefiori
  • zuccherini colorati

 

Preparare gli struffoli è molto semplice. 

Fate fondere il burro con la scorza degli agrumi grattugiata, poi tenete da parte a intiepidire.

versate la farina in una ciotola capiente, unte lo zucchero e il sale, poi versate il burro fuso intiepidito e lavorate con una forchetta o con la punta delle dita, creando una sabbiatura, ovvero fino a ottenere un composto di briciole. A questo punto unite il rum e le due uova, lavorate il composto e otterrete un impasto omogeneo. Avvolgetelo nella pellicola e fatelo riposare 30 minuti in frigorifero.

Trascorsi i tempi di riposo, estraete l’impasto dal frigorifero e tagliatene un pezzo di circa 50-70 g , allungandolo con la punta delle dita fino a formare in filoncino, un salsicciotto del diametro di circa un cm. Con un coltello tagliatelo a piccoli tocchetti, a intervalli di circa 1,5 o comunque in modo da ottenere una pezzatura piccola: mia nonna li lasciava così, irregolari, ma se volete potete creare tante piccole palline più regolari roteandoli tra i palmi delle mani. si allungheranno un po’ i tempi di preparazione, valutate quanto tempo avete e se preferite un effetto rustico e casalingo oppure più elegante.

Predisponete una casseruola larga circa 16-18 cm, inserite l’olio e fatelo scaldare bene arrivando a circa 180°. Predisponete un vassoio con della carta assorbente. Inserite pochi struffoli per volta, circa 10-15 massimo, fateli cuocere circa 30-40 secondi al massimo finché saranno ben dorati in superficie poi estraeteli con una schiumarola (molti mi chiedono cosa sia e non l’hanno, acquistatela qui) e fateli scolare dall’olio in eccesso sulla carta assorbente.

una volta che saranno cotti, predisponete una padella larga con il miele indicato e scaldatelo a fiamma bassa, fino a renderlo un po’ più morbido. Inserite gli struffoli e mescolate per farli avvolgere completamente dal miele, trasferite poi gli strufffoli sul piatto di portata e cospargete la superficie con i tipici zuccherini colorati.

struffoli napoletani della nonna

 

I miei consigli:

  • Sì, gli struffoli vanno fritti. vanno fritti e basta, a Napoli se dici che li fai in forno ti tolgono il saluto, come se fai la pastiera senza strutto, ecco. Se li volete fare al forno…no, a questo giro non posso aiutarvi!
  • Preparateli il giorno stesso e possibilmente glassateli con il miele poco prima di servirli. Se invece, come usa “giù”, li volete regalare, inseriteli su un vassoio e avvolgeteli con della carta trasparente per alimenti fermando il fiocco sulla sommità: una tipica usanza meridionale.
  • Per altre idee e spunti natalizi, date un occhio qua! 

 

 

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1 thought on “Struffoli napoletani della nonna”

  • Ci sono cose che non volevamo fare, che si ricordano meglio di altre, magari più belle, che dire, tutto serve nella vita, poi gli strufffffoli, , decretavano il Natale, mani appiccicose, gambe gonfie, e l’ attesa isterica….di un 7 gennaio che cancellava tutto o quasi …. anche a me il Natale non piace….gli struffoli e certi riti, che con la fede han poco da spartire….però mi mancano….

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