Migliaccio napoletano

Migliaccio napoletano

Mi ha difesa. Mi. Ha. Difesa. 
Contesto banale e atipico, una riunione di condominio dove personaggi in cerca d’autore mostrano il peggio autocompiacendosi, un campo minato che salta alla prima parola storta, tutti seduti in cerchio su un divano fiorito e sedie anni ’50 ad aspettare la prossima uscita furba.
Una signora – se si può definire tale – arrogante, unghia laccatissima, capello impeccabile, provinciale eleganza nel costoso abbigliamento che mal cela la vera natura mi aggredisce 

verbalmente, il contraddittorio non mi spaventa mai, mi stimola a combattere l’ignoranza con argomenti che la ammutoliscano, abituata a difendermi da sola, attaccando piuttosto che subendo. Ma è lei a tentare di far star zitta me, apre bocca per dar fiato a una frase violenta e offensiva, e questo a lui non piace. Per niente.
La quintessenza della calma, cauto, riflessivo aspetta sempre molto prima di parlare, e se decide che ne vale la pena, lo fa a bassa voce. Non si arrabbia mai, in 35 anni di vita mia l’ho visto così solo una volta – un sabato sera ero tornata alle 6.30 del mattino e mi pensavano già morta.
Diventa paonazzo, è esile e canuto, le gambe magre, eppure si trasforma con una forza sconosciuta in una belva che difende la sua prole dagli attacchi, rubizzo in viso si volge verso la suddetta, le scarica addosso una serie di parole che non sento, so che il suo tono di voce è alto ma non sono presente, vedo solo la trasformazione, questo miracolo che accade, è come una rara eclissi e lo 

 

stupore mi pietrifica: un lupo col suo cucciolo, lo definirei, solo che il piccolo sarei io adesso, faccio fatica a realizzarlo, per un attimo mi stacco dalla scena che guardo come fosse sullo schermo di un cinema, rimango incredula e poi mi esce flebile “babbo calmati”. Come è bella la sensazione di qualcuno che per una volta, una sola, lotta per noi.
E’ dedicato a lui questo Migliaccio, che io ho realizzato con lo spunto di Marianna di Fior di pistacchio in versione alta anziché bassa, perché amo le cose cicciute così come faccio per la Torta Tenerina e che ho personalizzato con il profumo della mia pasta di arance al posto dell’aroma sintetico di fiori d’arancio.

MIGLIACCIO NAPOLETANO 

Preparazione: 20 minuti     Cottura: 40-45 minuti      Dosi: 6 persone

Ingredienti:

  • 480 g di latte
  • 90 g di semolino
  • 30 g di burro
  • 1 pizzico di sale
  • 300 g di ricotta
  • 3 uova medie
  • 270 g di zucchero semolato
  • 1 cucchiaino di scorza di limone
  • 2 cucchiai di pasta di arance oppure 1 cucchiaio di acqua di fiori d’arancio
  • 1 cucchiaino di cannella
  • 1 bicchierino scarso di liquore – per me Vin Santo

Per preparare il migliaccio napoletano iniziate dalla cottura del semolino: mettete il latte a bollire insieme al burro e al sale, quando avrà sfiorato il bollore, versate a pioggia il semolino e mescolate bene con una frusta, finché il composto inizierà ad addensarsi, il semolino assorbirà tutto il liquido e sarà quindi pronto. Versatelo in una ciotola e copritelo con pellicola alimentare a contatto per farlo freddare.

Nel frattempo, montate bene con le fruste elettriche le uova con lo zucchero, fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso; a parte,  setacciate la ricotta oppure lavoratela bene con una forchetta fino a renderla cremosa e mescolatela inserendo la scorza di limone e la pasta di arance, se decidete di utilizzarla, altrimenti la scorza di arancia e il cucchiaio di acqua di fiori di arancio. Incorporate questo composto alla montata di uova e zucchero amalgamando, poi incorporate anche il semolino cotto e il liquore mescolando bene.

 

Scaldate il forno a 180°. Imburrate bene e infarinate uno stampo – per me in questo caso diametro 15-16, per ottenere una torta bella alta e gonfia ma potrete utilizzare uno stampo da 18-20 cm di diametro per ottenerlo dell’altezza tradizionale. Infornate per circa 40-45 minuti, finché vedrete la superficie scurirsi ai bordi. 

Estraete e lasciate freddare bene poi sformate e spolverizzate in superficie con dello zucchero a velo.

 

I miei consigli:

  • Se realizzare la pasta di arance – che è semplicissima, basta frullare polpa e buccia di arancia con zucchero e miele! – fatelo qualche giorno prima in modo che sia bella densa e dal profumo corposo.
  • L’ideale è lasciar freddare il migliaccio completamente, prima a temperatura ambiente e poi in frigorifero prima di sformarlo, in modo da essere sicuri che sia ben compatto e che l’operazione di sformatura riesca perfettamente.

 

 

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